Dolore anale cronico

DEFINIZIONE A volte il dolore anale, sebbene persistente nel tempo, non ha una causa né organica né funzionale e in questi casi lo si definisce “dolore anale cronico idiopatico”. Si tratta di una vera e propria patologia riconosciuta, benigna, e frequentemente associata a disturbi urinari e ginecologici. Le ipotesi sulla sua origine sono varie: spasmi del pavimento pelvico, miopatia sfinterica, neuropatia del nervo pudendo, disturbi circolatori locali, pregressa chirurgia anale, fattori psicologici.

SINTOMI Il dolore riferito dai pazienti è di varia entità, frequenza, localizzazione e durata ma influenza enormemente la vita lavorativa e sociale di chi ne è affetto. Spesso concomitano altri disturbi funzionali anorettali quali diarrea, difficoltosa evacuazione, sindrome del colon irritabile. I sintomi spesso datano da mesi o anni e la visita proctologica è negativa.

 

DIAGNOSI La diagnosi di dolore anale cronico idiopatico è “di esclusione”: bisogna cioè escludere con la visita proctologica e con una serie di esami strumentali che non vi siano patologie organiche e/o funzionali. Le indagini strumentali generalmente richieste sono: colonscopia, TAC o RM pelvica, manometria anorettale, ecografia transanale, tempo di latenza del nervo pudendo. In caso di dolore anale cronico idiopatico non rilevano alcuna patologia degna di nota.

TERAPIA Dopo aver escluso la presenza di patologie responsabili del dolore (il cui trattamento sarebbe la soluzione del problema) è indispensabile la rassicurazione del paziente che spesso teme di essere portatore di una malattia maligna. Tranquillizzare il paziente può già portare ad un miglioramento dei suoi sintomi che, se permangono, devono essere trattati “à-la-demande”. I trattamenti proposti sono vari: sfinterotomia, neurolisi del pudendo, applicazione di crema alla nitroglicerina, iniezioni di tossina botulinica.  Tuttavia nessuno di essi ha portato sinora a risultati soddisfacenti. Cicli di biofeedback ed elettrostimolazione possono avere un ruolo importante mentre la neuromodulazione sacrale in casi selezionati può essere un approccio da tenere in considerazione.

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