Questa tecnica è stata descritta dai due autori che le danno il nome: Bascom nel 1980 (per approfondimento: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/7368107/) e Gips nel 2008 (per un approfondimento: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/18516645/). Quest’ultimo autore è di nazionalità israeliana e pertanto la tecnica è conosciuta, in gergo, anche come “tecnica israeliana”.
Nonostante i due autori utilizzino degli strumenti chirurgici diversi (Gips si serve dei più moderni e pratici trefine), il principio alla base della tecnica rimane lo stesso: rimuovere i piccoli orifizi (cosiddetti “pits”) presenti lungo il solco inter-gluteo (quelli da cui spesso si vedono fuoriuscire, in maniera anomala, dei lunghi peli); drenare la cavità ascessuale cronica presente sul gluteo di destra o di sinistra attraverso una incisione laterale, lontana dal solco intergluteo; eseguire una sorta di “carotaggio” del tessuto infiammatorio cronico tra la cisti e i pits o delle eventuali ramificazioni fistolose secondarie.
Le ferite cutanee finali misurano pochi millimetri e pertanto vengono spesso lasciate aperte, e ciò anche per favorire la fuoriuscita degli eventuali essudati.

Per le sue caratteristiche di mini invasività, la tecnica di Bascom-Gips si può eseguire in anestesia locale (quindi in regime di Day Surgery) ed è associata -secondo i dati della letteratura scientifica- a decorso post-operatorio meno “fastidioso” e ad una più rapido ritorno alle attività abituali.