La ragade anale è una ferita lineare localizzata lungo la zona di passaggio fra cute e mucosa della regione anale all’ano e fonte di intenso dolore a carattere “urente” e di sanguinamento. Tipicamente sia il dolore sia il sanguinamento si manifestano con il passaggio delle feci e perdurano spesso per varie ore dopo la defecazione.
Il trattamento della ragade è innanzitutto conservativo. Poiché, nella maggior parte dei casi, la ragade è determinata dal passaggio attraverso l’ano di feci eccessivamente dure oppure di feci eccessivamente liquide, è sufficiente la regolarizzazione dell’alvo per ottenere la guarigione. Quindi il primo “approccio” consiste nel correggere errate abitudini alimentari, magari con l’aiuto di lassativi. Vengono prescritti inoltre dei preparati farmacologici da applicare localmente, sulla sede della ragade, per promuoverne la guarigione.
In caso di mancata risposta alla terapia medica si ricorre alla terapia chirurgica. L’intervento che in genere viene eseguito ambulatorialmente o in day surgery, ma richiede spesso una anestesia generale oppure una anestesia spinale-epidurale, a causa della sensibilizzazione del paziente (che è portatore della ragade da mesi o anni!) prevede l’asportazione della ragade (Fig. A): vengono cioè asportati i suoi margini fibrotici. Successivamente l’area messa così a nudo viene ricoperta con un “flap” (anoplastica con flap) cioè un lembo di mucosa rettale (cosiddetto FLAP MUCOSO) oppure un lembo di cute (cosiddetto LEMBO CUTANEO) (Fig. B e Fig. C).
Un altro intervento possibile in caso di ragade anale è la cosiddetta Sfinterotomia laterale interna, ovvero la sezione parziale del muscolo sfintere interno. Essa ha lo scopo di far diminuire la iper-pressione nel canale anale, dovuta allo spasmo doloroso, e che interferisce con la ri-epitelizzazione della ragade. Sebbene i dati della letteratura riportino la Sfinterotomia laterale interna sia più efficace dell’intervento di asportazione ragade e plastica, essa risulta gravata da complicanze come incontinenza ai gas e perdita involontaria di liquido fecale durante la emissione dei gas stessi (cosiddetto soiling). Pertanto, nella mia pratica clinica, riservo l’intervento di sfinterotomia laterale interna solo ai casi in cui l’intervento di asportazione della plastica ed anoplastica non hanno portato alla guarigione desiderata.