PRURITO ANALE
Il prurito anale è una condizione molto comune (colpisce circa il 5% della popolazione adulta, prevalentemente uomini di età compresa tra i 30 e i 50 anni) che produce uno stimolo irresistibile a grattare. Può essere molto più frequente di notte o dopo l’evacuazione e diversi fattori possono esserne causa. Lo specialista deve escludere che sia secondario a patologie intestinali, anorettali o perianali la cui risoluzione sarà anche la soluzione del prurito (parassiti intestinali, psoriasi, eczema, dermatiti, emorroidi, ragadi anali, infezioni anali ed allergie). Quando il prurito è idiopatico, cioè senza causa apparente, le sue cause più frequenti sono l’eccessiva pulizia dell’area anale, una sudorazione esagerata e la presenza di una incontinenza fecale lieve. Alcune bevande possono scatenarlo o mantenerlo (birra, latte, succhi di frutta, ed in particolare il caffè e le bevande gassate) così come alcuni cibi (cioccolato, frutta, pomodori, nocciole e pop-corn) ed il fumo.
La diagnosi è sia clinica (visita coloproctologica con anoscopia) che strumentale (eventuale manometria anale, colonscopia, esame chimico-fisico e parassitologico fecale). Il parere di un dermatologo esperto può essere molto utile.
Il trattamento è basato sulla rimozione – cura della causa nel prurito secondario; nei casi di prurito idiopatico la terapia è essenzialmente medico-comportamentale e prevede di evitare ogni sfregamento locale (evitando anche l’uso della carta igienica), non graffiare l’area pruriginosa per non provocare escoriazioni, mantenere l’area asciutta, evitare l’uso di qualsiasi tipo di crema, polvere o pomata. Un breve periodo di trattamento con crema all’ossido di zinco o a base di cortisone può essere utile.
Una biopsia dell’area fonte di prurito può essere indicata nei casi resistenti a qualsiasi tipo di trattamento.